La leggenda più antica vuole che il mitico funzionario imperiale Cangjie, inventò i fondamenti dell’alfabeto ideo-grammatico cinese, migliaia di anni fa, studiando le tracce degli animali e degli uccelli, sul terreno.. e Ernest Fenollosa e Ezra Pound ripresero, millenni dopo, e sempre in termini mitologici, questa tradizione. Infatti, nel 1954 Ezra Pound pubblicò la sua traduzione del terzo dei classici cinesi con il titolo “L’antologia classica definita da Confucio”. (Harvard University Press). Si riconobbe subito che queste traduzioni, o “translucenze”, come alcuni autori le chiamano, si trovavano in una categoria diversa da quelle numerose che le avevano precedute. I segni sulla pelle delle foto di Eleonora Gugliotta, si distaccano da ogni erotismo e dalla tradizione erotica giapponese dello Shibari, con la quale nulla hanno a che vedere. I segni sulla pelle, in questo caso mostrano solo le tracce, il ‘legame’ una volta che si è sciolto, quel che si vede, nelle foto, è un legame fisico, psicologico materiale e immateriale che stigmatizza, in una forma nuova, frammenti di corpi senza sesso, dimostrando che il ‘legame’ cui ci si riferisce, attiene alla condizione umana prima che di genere. Questi pezzi di carne, segnati, ‘decorati’, questo corpo senza organi di deleuziana memoria, si presentano a noi ‘nudi’, esposti, ma senza velleità spiritualistiche, solo sono traccia e segno, dell’azione dell’artista. Il legame quindi è si, materiale e psicologico ma si presenta sotto forma di ‘segno’.
Arianna Saroli
English
The oldest legend says, that the mythical imperial official ‘Cangjie’ invented the foundations of the Chinese ideo-graphic alphabet thousands of years ago, studying the traces of animals and birds, on the ground … and Ernest Fenollosa and Ezra Pound resumed, millennia later, and always in mythological terms, this tradition. In fact, in 1954 Ezra Pound published his translation of the third of the Chinese classics under the title “The classical anthology defined by Confucius”. (Harvard University Press). It was immediately recognized that these translations, or “translucencies” as some authors call them, were in a different category from the numerous ones that had preceded them. The marks on the skin of the photos of Eleonora Gugliotta, detach themselves from all eroticism and from the Japanese erotic tradition of Shibari, with which they have nothing to do. The signs on the skin, in this case, show only the traces, the ‘bond’ once it has dissolved, what you see, in the photos, is a physical bond, psychological material and immaterial that stigmatizes, in a new form, fragments of bodies without sex, demonstrating that the ‘bond’ referred to, relates to the human condition rather than gender. These pieces of flesh, marked, ‘decorated’, this body without organs of deleuziana memory, are presented to us ‘naked’, exposed, but without spiritualistic ambitions, only they are trace and sign, of the action of the artist. The bond is therefore yes, material and psychological, but it is presented in the form of a ‘sign’.
Arianna Saroli