“Non si accettano caramelle dagli sconosciuti” è un progetto che viene presentato come un happening e include quindi l’interazione del fruitore, così come in altri dei lavori dell’artista nei quali vengono utilizzati elementi del vissuto e dell’intimità delle persone per poi invitare il fruitore a relazionarsi con essi. Il fine è quello di rielaborare la visione comune che si ha degli oggetti o dell’agire umano.
Nel caso specifico ai visitatori vengono offerte delle chewing-gum. Qui avviene la prima “rottura del preconcetto” in quanto essi non rispettano l’avvertimento presentato provocatoriamente dal titolo del progetto stesso che è appunto: “Non si accettano caramelle dagli sconosciuti”, e successivamente avviene la seconda rottura: quella di utilizzare lo stesso materiale come strumento per prendere parte all’operazione artistica masticandolo, sputandolo, modellandolo e appiccicandolo sotto delle sedie di scuola, a ricordo del gesto infantile di abbandonare le proprie cicche sotto le sedie a scuola, quasi come traccia del proprio passaggio in un determinato posto e momento.
Quest’operazione si pone evidentemente come un gioco, ma ribadisce contemporaneamente la consolidata volontà dell’artista di rompere, attraverso l’arte, quegli schemi mentali e fisici che ci allontano dalla dimensione più pura e spontanea che ognuno di noi ha dentro di sè. Quella preziosa parte ancorata alla nostra natura istintiva e animalesca dietro la quale, secondo l’artista, sono spiegate la causa e la risoluzione di ogni conflitto umano.