Come in altre sue produzioni, il progetto site specific per Tellaro ha un’impostazione evocativa e ironica, in questo caso Olometabolica, il sottotitolo potrebbe essere l’apparenza inganna.
Il minuscolo spazio espositivo di Tellaro è il paradigma di uno spazio, un parallelepipedo vuoto, esso stesso parodia del white box, ospita di volta in volta installazioni tanto diverse che lo riempono risignificandolo.
La complessa ragnatela di fili tesi disegna sorprendenti geometrie, il rapporto di gestalt è compromesso in una continua ridefinizione del rapporto figura sfondo.
I fili di lana utilizzati, trattati con colle e indurenti cambiano aspetto con il variare della luce. Nell’istallazione, è presente un dipinto quadrangolare, o forse meglio dire un assemblage che reagisce anch’esso ai cambi di luce (luce naturale, luce calda – luce nera) ed è proprio la luce che è capace di modificare la percezione dell’installazione suggerendo sempre nuove visioni della composizione.
Massimo Mazzone